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Sìmmaco, papa, santo.

Pontefice dal 498 al 514. Diacono romano di origine sarda, nel novembre del 498, morto Anastasio II, fu eletto papa dalla fazione del clero e del Senato romano ostile a Costantinopoli. La sua nomina fu però contestata dalla parte filobizantina che gli contrappose l'arcidiacono Lorenzo. La soluzione della controversia venne affidata al re degli Ostrogoti Teodorico che convocò a Ravenna i due eletti, pronunciandosi a favore di Simmaco (499), avendo egli ottenuto un maggior numero di voti rispetto al suo avversario. Lorenzo dovette accontentarsi del vescovado di Nocera, ma né lui né la fazione che lo appoggiava accettarono come definitivo il verdetto. Per rafforzare la propria posizione, S. convocò in San Pietro (499) un sinodo durante il quale venne introdotta la norma che impedisce di occuparsi della successone di un papa ancora in vita. I sostenitori di Lorenzo, però, non soddisfatti, continuarono a cercare di delegittimare il pontefice attaccandolo sul piano personale, accusandolo di aver dilapidato beni della Chiesa, di aver condotto vita licenziosa e di non aver seguito il canone di Nicea sulla celebrazione pasquale. Nel 501 Teodorico decise allora di convocare un nuovo sinodo, noto come Sinodo Palmare, al quale spettava il compito di giudicare la veridicità o meno delle accuse rivolte al papa. Il sinodo rinunciò a pronunciarsi a proposito, limitandosi a confermare S. al soglio pontificio. Lorenzo decise allora di occupare Roma che, per i successivi quattro anni, fu teatro di dure lotte tra fazioni avverse che si tradussero anche in scambio vivace di libelli e scritti polemici. L'intervento di Teodorico riuscì infine a ristabilire l'ordine, ma solo alla morte di papa S., nel 514, lo scisma poté dirsi concluso. Durante il suo pontificato, S. lottò contro i manichei che scacciò da Roma, facendone bruciare pubblicamente gli scritti; difese i cattolici africani perseguitati dagli ariani; fu il primo papa a riconoscere un arcivescovo fuori d'Italia. Tra i suoi atti figura inoltre l'introduzione del canto Gloria in Excelsis nelle messe domenicali e nelle feste dei martiri. Gli successe papa Ormisda. Festa: 19 luglio (m. 514).